Difendersi da società di recupero crediti, a volte, diviene una vera e propria esigenza, nelle precise ipotesi in cui queste utilizzino mezzi scorretti e fuori legge (fermo restando che di norma dette società stiano osservando le regole imposte dalla legge).

È chiaro che i debiti devono essere pagati, ma è anche vero che non si può ricorrere a pratiche scorrette al fine di ottenere dal debitore il credito dovuto.

Il debitore, infatti, può vantare determinati diritti, importanti, nei confronti delle società di credito, il che diventa ancora più problematico se queste non agiscono nel rispetto delle regole.

Prima di capire come reagire a tali comportamenti irragionevoli, tratteremo di come opera una società di recupero crediti.

In questo modo si potrà capire meglio la strategia da utilizzare.

1. Cosa sono le società di recupero crediti

La società di recupero crediti può agire nei confronti del debitore sotto forma di due vesti differenti.

Può essere infatti una semplice esecutrice del mandato affidatole dal creditore, oppure può agire in qualità di cessionaria del credito.

Nel primo caso, infatti, il creditore chiede alla società di recupero crediti di contattare il debitore affinché questo paghi il debito insoluto.

Dunque, gli uffici amministrativi e i classici call center delle società di recupero crediti si metteranno in moto al posto del creditore che ha scelto di tentare questa strada prima di avvalersi di un avvocato e intraprendere le vie legali, lunghe e molto costose.

Questa società contatterà il debitore telefonicamente o tramite raccomandata, ma non è detto che l’operazione vada a buon fine.

Il creditore potrà, allora, decidere se effettuare nuovi tentativi tramite la società di recupero crediti oppure agire secondo le vie giudiziarie.  

Diverso il caso in cui la società di recupero crediti sia cessionaria del credito (dunque il creditore ha ceduto il credito alla società stessa).

Il debitore si trova di fronte a un nuovo creditore che ha il diritto di poter agire contro di lui.

Il rapporto intercorrente tra la società di recupero crediti e il creditore del debitore si evince in genere dalla lettera mandata dalla società stessa.

In questo modo sarà più chiaro se la società di recupero crediti sia cessionaria del credito oppure no.

2. I diritti del debitore

Come accennato, molto spesso i call center delle società di recupero credito sono molto invadenti e irrispettosi, sotto vari profili.

Contro queste ingerenze, il debitore è tutelato.

Difendersi, infatti, dalle società di recupero crediti significa anche conoscere le tutele di cui si dispone.

Innanzitutto, è bene subito specificare che il numero dal quale l’operatore chiama deve essere leggibile dal debitore e non oscurato, dunque non è ammesso l’anonimato da parte della società di recupero crediti.

Il creditore deve indicare le sue generalità, quindi nome e cognome e la società per cui lavora, senza mascherarsi dietro figure inesistenti solo per intimorire chi si trova all’altro capo del telefono.

Se a chiamare è la società di recupero crediti che agisce per mezzo di una banca, è scorretto che il call center si presenti come la banca stessa.

In merito, poi, agli orari e all’assiduità con cui gli operatori delle società di recupero credito contattano il debitore, non vi sono norme precise, ma è possibili seguire indirizzi determinati come quello del Garante della privacy.

Secondo quest’ultimo è vietato alle società di recupero credito contattare il debitore in orari irragionevoli e con una frequenza che supera il dovuto.

Anche la ricerca del numero di telefono  del debitore non può avvenire chiedendo il contatto a parenti, colleghi o vicini di casa.

La liceità di tale comportamento sussiste solo se si svela l’intento della chiamata.

Il debitore, poi, deve essere contattato nel luogo della sua residenza o, comunque,  ai numeri che egli stesso ha indicato al momento di concludere il contratto.

Il diritto del domicilio, invece, è massimamente tutelato in caso di visita domiciliare.

Infatti, gli operatori delle società di recupero credito non sono ufficiali giudiziari e il debitore non è tenuto ad aprire, non deve aprire.

Proprio per questo motivo, è vietato lasciare cartelli o avvisi sulla porta o bacheca del condiominio del debitore.

Responsabilità penale della società di recupero crediti

Nella chiamata stessa, poi, è fatto assoluto divieto alla società di recupero crediti di rivolgersi al debitore mediante un linguaggio non consono, dunque corroborato di ingiurie, offese o minacce.

In questo caso, infatti, sussisterebbe responsabilità penale nei confronti della società di recupero crediti che ha commesso reati di minaccia o violenza personale, in caso di reiterazione della condotta illecita.

In caso di lessico volgare, non sussiste, come si può facilmente intuire, reato, ma si può agire contro la società di recupero crediti per ottenere un risarcimento del danno.

Naturalmente è possibile, per il debitore, registrare la chiamata avvenuta con la società stessa differentemente dal call center, a cui tale azione è vietata.

Prescrizione dei debiti della società di recupero crediti

La prescrizione dei debiti ha durata decennale e inizia a decorrere alla data di scadenza del debito.

Fanno eccezione le bollette della luce, telefono e gas, in questo caso il debito si prescrive dopo 5 anni.

Occorre, però, fare attenzione.

La prescrizione ricomincia a decorrere dall’inizio in caso di invio di lettere di messa in mora da parte della società di recupero crediti.

Il meccanismo è il seguente: la prescrizione si interrompe in caso di sollecitazione ad estinguere il debito da parte del creditore verso il debitore.

Ovviamente, questo è possibile solo se la lettera di messa in mora è stata inviata per mezzo di posta elettronica certificata o raccomandata.

Minacce della società di recupero crediti

La società di recupero crediti, sempre al fine di intimorire, potrebbe convincere il debitore a pagare invocando procedimenti di esecuzione come pignoramenti o espropriazioni.

Il primo passo per difendersi da società di recupero crediti significa anche non credere alla minacce avanzate da queste ultime.

Questi procedimenti hanno natura giudiziaria.

Ciò significa che possono verificarsi solo e soltanto se il tuo creditore abbia chiesto a un giudice di agire nei tuoi confronti.

Non essendo le società di recupero crediti autorità giudiziarie, appunto, non potranno di certo far arrivare a casa un ufficiale giudiziario (che si può recare dal debitore solo con un titolo esecutivo, ad esempio una sentenza!).

Così come i tuoi beni non saranno pignorati, poiché è necessario (pena l’invalidità della procedura esecutiva) che il pignoramento sia sempre preceduto dalla notificazione del precetto.

Stesso ragionamento si può condurre in caso di minaccia di ipoteca sulla casa; è necessario un titolo esecutivo per instaurare sulla tua abitazione o sui tuoi beni immobili tale diritto reale di garanzia.

Solo in un caso occorre stare all’erta.

Si può rischiare di essere iscritti nel centro rischi della banca d’Italia solo se il creditore è una banca o un altro intermediario finanziario o se il debito ammonta almeno a due mensilità o rate.

La pronuncia della parola “Equitalia” da parte del call center, allo stesso modo, non ha motivo di farti temere nulla.

Equitalia, oggi Agenzia della Entrate, si occupa di recuperare solo debiti nei confronti dello Stato, ad esempio le imposte, non di certo debiti privati.

Le società di riscossione si avvalgono di propri dipendenti per recuperare i loro crediti, privi di qualsiasi qualifica pubblica.

Proprio per questo motivo, è importante sapere che non si è tenuti ad aprire nel caso di visite domiciliari.

In conclusione

Dunque, come si legge in questa guida, i modi per difendersi da una società di recupero crediti sono molti.